Cenni Biografici

 


• Il Libertazzi dice nella memoria storica della cappella di Santa Maria del Pozzo alla nota 3: “Non si trascuri che la nostra cappella dovette essere certamente visitata dal giovane Gerardo Maiella il quale, come è noto, rimase al servizio dell’Albini dal 1739 al 1742”.


• Rocchetta Sant'Antonio ottenne due grazie straordinarie: la conversione di un sacerdote e di un negoziante calabrese che lavorava a Rocchetta Sant'Antonio, oltre ad una grazia tenuta segreta per ordine del Santo.- La tradizione dice che San Gerardo è stato ospite a Rocchetta Sant'Antonio della famiglia Di Mattia in via Frumentario, altri dicono che è stato anche ospite probabilmente presso la famiglia Gentile in via La Monaca, sulla cittadella.


I Miracoli più significatici operati da San Gerardo durante la sua vita
terrena sono le conversioni. Due di queste riguardano Rocchetta
Sant’Antonio.


Conversione di un Sacerdote
Versione A. Tannoia:

“Un sacerdote di Rocchetta, ma molto imbrogliato di coscienza, fatto si
aveva, come suol dirsi, una confessione a stampa. Gerardo visitandolo,
essendo entrato nelle cose dell’anima, fecelo avvertito di varj peccati, che
confessato non si aveva. Entrato in se, confessò ad altri quello che tra
esso, e Gerardo eravi passato. Con questo dono di aver presente le
coscienze, assistevalo (7) ancora un zelo ardente. La sua voce era voce di
verità (8). Non parlava, ma tuonava, e tal ascendente aveva su i cuori, che
i macigni addiventavano cera nelle sue mani”
(A. M. Tannoia, Vita del Servo di Dio Fr. Gerardo Maiella, laico della
Congregazione del SS. Redentore, Napoli 1811).

 

Versione I. Felici:
“Una parte simile la fece anche a un sacerdote di Rocchetta che partecipava
ad un corso di Esercizi dietro comando del Vescovo, ma senza le dovute
disposizioni. Un giorno con un pretesto qualsiasi (Gerardo) andò a trovarlo
in camera e attaccò discorso sulle cose dell’anima infervorandosi sempre
più, di parola in parola, fino a sembrare che avesse il Paradiso
aperto davanti agli occhi. Il povero sacerdote, affascinato da quel serafico
ardore, non faceva che approvare, con la testa e con le mani, oltre che
con le labbra. Ma allora, scattò a un certo momento Gerardo fissandolo con
occhi fiammeggianti, se apprezzate queste bellezze soprannaturali,
perché le insozzate con questi peccati? E glieli spiattellò ad uno ad uno
come se glieli leggesse scritti in fronte, ottenendo che il disgraziato
corresse a gettarsi ai piedi di un confessore e mutasse radicalmente
condotta”. (Icilio Felici, Sott’acqua e sotto vento, Editrice San Gerardo,
Materdomini (Av), 1955)

Versione N. Ferrante:
“Ciò toccò anche a un sacerdote di Rocchetta, intervenuto agli esercizi,
dietro comando espresso del vescovo. La pietà imposta con la forza non è
mai un antidoto al male che il sacerdote decise di recitare fino in fondo la
parte del finto convertito. Si confessò quasi subito e continuò a salir
l’altare ostentando fervore. Ma Gerardo scoperse facilmente l’inganno. Un
giorno, avvicinatolo, attaccò discorso sulle cose dell’anima, parlava come
un estatico sulla grazia e il sorriso di Dio, il paradiso del cuore. E il
povero sacerdote, trasportato con violenza in un cielo non suo, annuiva con
la testa e le mani. Ma, a un certo momento, Gerardo s’interruppe e
fissandolo con occhi di fuoco: “Se è così” disse, “perché la disprezzi
questa grazia? Perché l’hai gettata nel fango con questi peccati?”. Non
conosciamo la reazione del sacerdote, ma abbiamo ragione di credere che,
come gli altri, sia caduto in ginocchio ai piedi del confessore,
convertito davvero e per sempre” (NICOLA FERRANTE, Storia Meravigliosa di
San Gerardo Maiella, Editrice San Gerardo, Roma 1955).

Conversione di un Negoziante
Versione A. Tannoia:
“Ritirandosi in Iliceto, e passando per Rocchetta, altra caccia fece per
G. Cristo. Vivea da qualche tempo con iscandalo del pubblico un fondachiere
calabrese ammaliato con una donnaccia. Fattone inteso Gerardo, ed avendoselo
chiamato, gli fè presente scelleraggini più occulte: così facendolo
avvertito del suo stato, lo confonde ed umilia. Entrato in sé il
fondachiere, piange e detesta l’amasia. Gerardo vedendolo compunto,affidollo
ad un savio confessore. Fu questi così costante nel bene, che non lasciò di
frequentare la nostra Casa in Iliceto; e col consiglio di Gerardo,
avendo preso moglie, ritirossi nel suo paese” (A. M. Tannoia, Vita del
Servo di Dio Fr. Gerardo Maiella, laico della Congregazione del SS.
Redentore, Napoli 1811, cap. XIX).

Versione I. Felici:
“A Rocchetta (Gerardo) sentì parlare di un negoziante che dava pubblico
esempio di vita disonesta e che nessuno era riuscito a rimettere sulla
buona strada. Non aveva molto tempo a sua disposizione; ma disinteressarsi
di un’anima in pericolo di perdersi eternamente gli parve un vero peccato;
perciò lo affrontò alla svelta (del resto non era la prima volta che
giocava d’audacia, e il lettore lo sa!), e senza dargli tempo di mettersi in
guardia, lo atterrì talmente, con l’intimazione di provvedere prima
che fosse troppo tardi che quello balbettò umilmente: “ditemi voi che cosa
debbo fare”. “Venite con me – esclamò Gerardo – per fare una buona
confessione!” e ripartì per Deliceto portandolo seco, per farlo
inginocchiare ai piedi del P. Fiocchi, “un lupo” già, in cuor suo,
trasformato in timido agnello” (Icilio Felici, Sott’acqua e sotto vento,
Editrice San Gerardo, Materdomini (Av), 1955)Versione N. Ferrante:
“(Gerardo) giunto a Rocchetta, sentì parlare di un fondachiere calabrese che
dava spettacolo con una donna di facili costumi. Se ne parlava apertamente,
perché lo scandalo era pubblico e inveterato, nonostante i ripetuti
tentativi di eminenti sacerdoti di porvi rimedio. Gerardo non aveva tempo
da perdere: lo affrontò bravamente e, senza dargli respiro, lo atterrì col
quadro spaventoso della sua anima annerita dalle colpe: gliele enumerò tutte
quante, cominciando dalle più occulte, e gli intimò di provvedere, prima che
fosse troppo tardi. L’effetto fu istantaneo: il fondachiere lo seguì a
Deliceto per confessarsi; regolarizzò la sua posizione col matrimonio; poi
tornò in Calabria” (NICOLA FERRANTE, Storia Meravigliosa di San Gerardo
Maiella, Editrice San Gerardo, Roma, 1955)


Guarigione di una Donna:
La tradizione tramanda che durante la vita terrena San Gerardo nel quartiere
“Pescara”, di Rocchetta, ha guarito una donna il cui braccio andava in
cancrena. Il Santo, però, le intimò di non svelare la guarigione e di
attribuirla, invece, alla Madonna.



Sviluppo del culto a Rocchetta Sant’Antonio
Negli anni è andato crescendo il culto al Santo, soprattutto dopo la
canonizzazione. Nel 1945 nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie fu eretto
un altare con la statua dedicati al Santo. Nel secolo scorso era in uso la
pratica di vestire con l’abito del Santo coloro che ricevevano grazie. Si
sottolineano almeno tre grazie straordinarie. La prima nell’ottobre del
1930, ricevuta dal signor Francesco Sansone; la seconda ricevuta negli anni
quaranta dalla signora Petruzzi Rosa e la terza ricevuta nel 1959 dalla
signora Lucia Matarangolo. Queste sono solo i prodigi attualmente comunicati
e conosciuti, sicuramente, però, per intercessione del Santo molte altre
persone nel tempo hanno ottenuto altre grazie. Attualmente numerosi sono i
pellegrinaggi durante l’anno, sia comunitari che privati al Santuario di
Materdomini.
Oggi 19 giugno 2005, ad ulteriore testimonianza della grande devozione verso
il Santo, a conclusione della Settimana Vocazionale parrocchiale e della
visita di San Gerardo nella nostra comunità, si dedica un monumento al Santo
protettore della famiglia, delle mamme e dei bambini, nella parte più alta
del paese.

Statua di San Gerardo conservata nella Chiesa Delle Grazie
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