da "La Repubblica" - Lo Chiamano "Barabba" li denuncia ai Carabinieri di Antonio Massari
Cacadiavolo si è presentato 13 volte: quando ricordava il sopranome di un vecchio amico tornava allo stand dell'Associazione e riferiva. Pennarello alla mano, Andrea e gli altri, aggiungevano alla lista. Bella trovata, quella dei ragazzi di Rocchetta Sant'Antonio (Foggia) che domenica pomeriggio hanno esposto in piazza i sopranomi storici del paese per farne un albo ufficiale. Ma a qualcuno non è andata giù. Un signore sui 70 anni s'è presentato in piazza e ha tuonato "Chi vi ha dato il permesso? Il sopranome mio, da questa lista, lo dovete cancellare".
Inutile spiegare che si trattava di un'iniziativa culturale, che in fondo è solo un modo per recuperare l'identità del paese, che borghi come Rocchetta Sant'Antonio - un piccolo comune del Subappennino Dauno - hanno bisogno per sopravvivere. Niente da fare: "Se il mio soprannome non lo cancellate subito io chiamo i Carabinieri". E così è stato. Pochi minuti dopo il Maresciallo si è affacciato accompagnato dal settantenne, che era davvero imbufalito. "Ma questi non sono nemmeno sopranomi", ha spiegato Andrea Gisoldi di LiberaMente, l'associazione che ha organizzato l'iniziativa. "Infatti qui li chiamiamo scangia nomi, "cambi nomi", proprio perchè non sono dei dispregiativi, ma indicano gli antichi ruoli sociali. Pensi che una signora ci ha offerto 50 euro in cambio dell'albo. Quando gli emigrati ci scrivono dall'Australia e dal Brasile, per avere notizie dei lontani parenti, specificano sempre il sopranome: è una chiave d'ingrasso per qualificarsi nella comunità, non è certo un offesa. Per esempio c'è uno che si chiama "Maresciallo", ma non ha mai avuto parenti nell'Arma. Oppure c'è "Pisciacicene". Il cicene - continua Andrea Gisoldi - è un anfora che contiene l'acqua. Pare che questo signore una volta, non sia riuscito a trattenersi e abbia usato il cicene per i suoi bisogni. Pensi che, prima ancora di presentarlo qui a Rocchetta, quest'albo lo abbiamo portato a Collegno, che è il nostro paese gemellato, dove esiste una grande comunità di Rocchetani. Un successo". Ma il settantenne è stato irreprensibile: cancellate, punto e basta. "E che ci possiamo fare", avrebbe detto il Maresciallo, intimando ai ragazzi di cancellare. E così, sotto gli occhi increduli dei Carabinieri, i ragazzi hanno depennato. E che sarà mai, questo sopranome? "E' nato un giorno al cinema", dicono in paese, "durante la proiezione di un film su Gesù: "Chi dobbiamo liberare?" chiedeva l'attore, "Gesù o Barabba?". E questo signore rispose ad alta voce alla platea, urlando il nome, e da allora i rocchetani l'hanno sempre chiamato così". Come Gesù? "No, Quell'altro: com'è che si chiama?".
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ROCCHETTA SANT’ANTONIO - Ha letto il soprannome della sua famiglia su ”L’albo degli Scangia nom’”, una curiosa trovata dell’associazione culturale ”Liberamente”, e ha chiesto niente meno che l’intervento dei carabinieri per veder cancellato quel nomignolo. Protagonista della vicenda, che ha avuto come contesto la festa dei Piccoli Comuni di domenica 23 maggio, è un anziano signore di Rocchetta Sant’Antonio. Lo stand di ”Liberamente”, animato dai tanti giovani componenti dell’associazione, ha esposto l’albo dei soprannomi. Il vecchietto, riconoscendosi nell’appellativo di ”Barabba”, ha chiesto di essere depennato da quella lista. Il curioso soprannome, dicono nel paesello, è dovuto a un episodio di molti anni fa. Il nonnetto, assieme a molte altre persone, stava assistendo alla proiezione di un film che rievoca la crocifissione. ”Chi volete salvare, Gesù o Barabba?”. E il nonnetto, ad anticipare il sonoro del film, gridò il nome di Barabba. Da quel giorno, si è sentito un po’ perseguitato da un soprannome che ritiene infamante. Quando ha visto ”L’Albo degli scangia nom’” non poteva davvero credere ai suoi occhi. L’anziano signore si è rivolto ai ragazzi di ”Liberamente” per vedere subito cancellato quello che ha ritenuto un affronto e una provocazione. Imbarazzatissimi i giovani di ”LiberaMente”, molto divertiti coloro che in quel momento si trovavano a curiosare tra gli stand gastronomici e quelli delle associazioni. I ragazzi, convinti di non aver fatto davvero nulla di male e di essere in totale buona fede, non hanno voluto cancellare quello scomodo soprannome. Ma l’anziano signore non ha rinunciato alla sua battaglia. Quando si è allontanato, tutti pensavano si fosse rassegnato all’idea che tutto il paese e i ”forestieri” giunti da ogni parte della provincia leggessero il suo nome associato a quello di Barabba. E invece no. Qualche minuto ed eccolo ritornare alla carica, ma stavolta accompagnato dalle forze dell’ordine. La scena finale di questa sorta di ”teatrino”, infatti, è stata quella in cui la parte offesa si è presentata davanti ai ragazzi accompagnata dal maresciallo della locale stazione dei Carabinieri. Di quella infamante e sfacciata beffa non è rimasto che un tratto nero di biro.
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