Specialità culinarie
MugliatiedS
Mugliazza
Pasta e Miccul’e
Rafajuol
Pezziedd e
Rap’e
Pezziedd e Acc’e
Cot’ca e fasul
Trippa
Pizz fritt
Tagliulin
cu ru Latt’
Ricchietel cu l’adducc’ e
Cima e
Baccalà
Pancuott
Maccarunal
Patan aracanat
Suffirtt’
Patan e
Capuzza
Ain’e e sparg
Spezzat r’Ain e
carduncell’
Baccalà alla Percala
Antipasti
Gli antipasti venivano consumati solo in ricorrenze e festività come Natale, Pasqua, Ferragosto, Feste patronali, Matrimoni,
“Supr'satä e
Pr'sutë”: ( soppressata e prosciutto) era un antipasto tutto casereccio poiché
veniva fatto in casa. Questi due elementi hanno una storia tutta loro. Le uova
sode vengono mangiate a Pasqua perché anticamente durante il periodo quaresimale
le galline producevano più uova e per conservarle a lungo venivano bollite. gli
asparagi sono un prodotto dei nostri boschi e spuntano durante il periodo
pasquale e anche in questo caso per conservarli venivano messi o sott’olio o
sott’aceto.
Primi
Piatti
Nella categoria dei primi piatti rientrano moltissimi pasti,
noi citiamo solo i più importanti. Questi pasti venivano preparati con amore e
pazienza ecco perché al loro interno sono racchiusi dei succulenti sapori tipici
dell'alimentazione mediterranea.
“Rafaiuolë” (ravioli): possiamo dire che è il vero piatto tipico rocchettano, veniva
preparato in quasi tutte le feste e le domeniche. I suoi ingredienti sono:
Ricotta di pecora fresca, prezzemolo, sale ed, ecco il segreto, un pizzico di
zucchero.
“Tagliulinë cu ru latte” (tagliolini
all'uovo con il latte): Venivano preparati il giorno dell'Ascensione e da
generazioni in generazioni venivano mangiati il giorno di questa festa. Molti
pasti sono legati a feste religiose come in questo caso dove il latte
rappresentava la purezza di Maria Vergine. I tagliolini sono delle strisce di un
millimetro di pasta e vengono conditi con il latte e la cannella. Era usanza
andare in questa giornta al bosco a prendere il latte che poi serviva per
condire i Tagliolini, gli allevatori regalavano ai cittadini il latte come
omaggio alla Santissima Vergine.
“Spaettë cu r'
freculë” (spaghetti con le briciole). Venivano preparati il giorno della
solennità del santo protettore di questa cittadina, ossia Sant'Antonio Abate.
“Cavatiellë e acc” (cavatelli e sedano). In
questo caso possiamo notare la bravura dei nostri antenati nel saper accoppiare
le verdure con la pasta. La ricetta è la seguente: Cavatelli, un tipo di pasta
dalla forma allungata e cavata al centro, sedano e pomodoro.
“R'chië'ttellë cu l'adduccë” (orecchiette e sugo a base di
carne di pollo). Non c'è famiglia rocchettana che il giorno della festa “r Sant
Rocc” (San Rocco e la Madonna del Pozzo) non abbia a tavola questa pietanza. Il
sugo veniva preparato a base di carne di pollo e precisamente di gallo e veniva
accompagnato da una pasta tipica pugliese, rigorosamente fatta in casa
“tumbal” (pasta al forno) un tipo di piatto cotto al
forno.
“Cima e baccalà” ( rape e baccalà). Anche
se Rocchetta è un paese tipico montano, nella sua gastronomia tipica non manca
il pesce anche se in pochi piatti ma veniva usato comunque. Questo piatto veniva
preparato nella vigilia di Natale, e serviva per rispettare l'astinenza dalle
carni osservato da tutti in questa ricorrenza, la ricetta e a base di rape e
baccalà.
“P'zziedë e rapë” E una pasta a forma di
quadrati che veniva preparato nei giorni comuni.
“ pasta
e Micculë” (pasta e lenticchie). Un pasto ricco di ferro che serviva ad
affrontare le faticose giornate lavorative.
“Pancuottë” (pancotto). Un pasto molto povero ma
saporito.
“Maccarunalë” ( il pasto che più si
avvicina è la pasta alla chitarra). Questo è uno dei più antichi piatti
rocchettani, scaturito da una laboriosa preparazione con degli utensili
particolari come un matterello con dei denti.
Contorni
In questa categoria analizziamo alcuni piatti che a volte
prendevano il posto di pranzi interi.
“Pizzë Fritt” (frittelle). Più che contorno questo piatto fungeva da dolce anche
se con i dolci veri e propri non aveva niente a che fare
“mozzarelle inda a la burrazza" (mozzarelle contenute in un
erba spontanea del posto). Per questo piatto abbiamo dedicato un Box personale
poiché è un piatto molto antico e succulento.
“Patanë a
lu furnë” (patate al forno). Voi direste che questo è un piatto che si
usa dappertutto, invece no, poiché questa pietanza viene fatta con una tecnica
particolare che, se verrete a trovarci, vi sveleremo.
“patanë aracanatë” (patate con briciole di pane). Un
contorno molto fantasioso che si preparava per accompagnare le
selvaggina
“fngë aracanatë” (funghi con molliche)
Vale la stessa definizione delle Patate con mollica.
Secondi piatti
In questa rassegna di
specialità culinarie c'è da leccarsi i baffi ma non avete ancora scoperto le
pietanze più buone e saporite della tradizione rocchettana.
“Suffrittë” (soffritto). Non è la solita frittura che voi
immaginate poiché per preparare questo piatto bisogna che abbiate della carne di
maiale freschissima o di un suino appena ammazzato, ma non è finita qui perché
non si tratta di una comune carne ma di una parte del maiale ignota a molti di
voi, (nel campo gastronomico) ossia il collo, bisogna essere esperti per
affrontare questa faticaccia una volta presa, la carne viene tagliuzzata e
condita con aromi e spezie con aggiunta di peperoni sott’aceto poi fritta con
olio d’oliva.
“Ruotë 'rë patanë e capuzza” (teglia
di patate al forno con testina d'agnello) Questo pasto ultimamente è usato da
poche famiglie, forse perché è passato di moda.
E' composto da patate al
forno più una testa d'agnello intera.
“Ainë e
sparg'” (Agnello con gli asparagi). E' un pranzo pasquale ed è composto
da carne d'agnello e un elemento molto usato nella cucina rocchettana in pratica
gli asparagi. Questa pietanza è uno spezzatino con uova e asparagi tipici del
pranzo pasquale rocchettano.
Pollo ripieno E' un gallo imbottito di un
ripieno a base d’uova, formaggio e fegato di pollo.
“Mugliatied” (TORCINELLI) VENIVANO PREPARATI NELLA
FESTIVITÀ DI PASQUA, SONO COMPOSTI DA INTESTINI D’AGNELLO conditi con aglio
formaggio e prezzemolo.
“Coccië a lu furn”
(coniglio al forno). Nella cucina rocchettana la carne bianca occupa un
posto d'onore, ancora adesso è possibile assaggiare dei conigli freschissimi,
grazie agli allevamenti.
“cinghiale al sugo” Nei
nostri boschi è possibile ammirare ancora qualche esemplare di cinghiale. Fino
agli anni sessanta questi appezzamenti di macchia mediterranea erano popolati da
cinghiali e lepri.
“Vecc'” (tacchino) E' un
animale che viveva in queste zone ed era un buon piatto e così prese parte della
gastronomia meridionale.
“Lepre alla cacciatora” Viene cucinata nel periodo di caccia tra ottobre e gennaio ed è un piatto
buonissimo, credeteci!
Dolci
I dolci erano il simbolo
della festa; era l'indice di un evento che doveva avvenire.
Erano preparati
in famiglia e a volte anche tra più famiglie. I dolci caratterizzavano i giorni
di festa. Ogni brava massaia aveva un segreto per preparare questi dolci che
venivano caratterizzati da qualche ingrediente aggiunto.
Ma adesso tuffiamoci
nel magnifico mondo dei dolciumi!!!!!!
“Scartatelle”. Venivano preparate a Natale e ancora oggi
vengono consumate in questo periodo. Hanno una forma allungata, vengono fritte e
poi condite con zucchero a velo o con mosto cotto, noci e mandorle
spezzettate.
“canzuncell”. Hanno una forma strana,
sono dei piccoli cuscini imbottiti di castagne e cioccolato. Anche loro fanno
parte della famiglia dei dolci Natalizi e vengono conditi con mosto cotto e
mandorle.
“Squrcedd” Questo è il dolce rocchettano
per eccellenza. Viene preparato a Pasqua ed ha una forma stranissima
“Zepplë di San Giuseppe” (zeppole di San Giuseppe). Ecco il
dolce che imita la figura di questo grande santo. Ha la forma cilindrica come
una ciambella con della crema e un piccolo puntino di marmellata d’amarena. La
ciambella sta per la giustezza di San Giuseppe, mentre la crema per la dolcezza
e la bontà di Dio e infine il puntino di marmellata indica la cattiveria che
esiste in tutti gli uomini anche se per lui era solo un piccolo puntino. Per
preparare le Zeppole bisogna avere questi ingredienti: Farina, patate, zucchero,
burro, uova, lievito, crema pasticciera, e marmellata d'amarena.
“Pizza cu l'amarena” (crostata d'amarena). In molti dolci
c'è un ingrediente comune come l'amarena, nel periodo giugno-luglio in alcune
famiglie si produce una marmellata a base d’amarene che serve per preparare
alcuni dolci come la crostata d'amarena.
“Pizza cu la
ricotta” (crostata di ricotta). Per preparare questo dolce bisogna avere
la vera ed unica ricotta di pecora rocchettana poiché viene prodotta con delle
tecniche molto antiche ormai in via d'estinzione.
“Chiacchiere” Vengono prodotte a carnevale e hanno una
forma tutta carnevalesca. La loro ricetta è Farina, zucchero, burro, uova, vino
bianco e infine, lievito.
“Squarcedda alla
cannles” Dolce pasquale con il naspro
"Pupnonn” Biscotto a forma dì di uomo o di donna
"Cical” Più che un dolce è pasta fresca bollita nel
Vincotto che assume un sapore dolce e croccante. Si preparavano durante la
vendemmia.
Frutta
“Radïca rolgë” (radice dolce liquirizia) Più che un frutto
è la parte di una pianta.
Il suo sapore è dolciastro e veniva usato in passato come le odierne ciuingam,
ma oltre ad essere dolce ha anche dei poteri salutari: stimola la diuresi
e facilita la digestione ed è utilizzata come rimedio naturale per smettere
di fumare.
“Rë fichë” (fichi) La nostra zona è piena d’alberi..
Con questi frutti si faceva una buonissima marmellata.
“Rë Precocë” (pesche)
“Rë cerasë” (le ciliege) Sono uno dei frutti preferiti
dai rocchettani anche perché fino a poco tempo fa esistevano vasti frutteti
con molti ciliegi.