Il clima è temperato, l’aria è salubre, le acque potabili sorgono abbondanti, limpide e fresche, in molti siti dell’agro Rocchettano.
Il suolo non è egualmente fertile in tutte le contrade, ed è opera sommamente necessaria il sistema della concimazione.
I poderi sono amministrati per affitti in danaro o derrate.
La coltivazione dei cereali tiene il primo posto nell’economia rurale, segue quella del granone, e più ristrette le altre dell’orzo, dell’avena, delle patate, dei legumi e del fieno.
La viticultura era floridissima prima del 1850, poi le sue sorti interamente mutarono per la crittogoma che distrusse gran parte dei vigneti e fece trascurare ogni cura enologica; ora si scorge una certa attività per la propagazione delle viti, e si spera che riacquisti l’importanza primitiva.
L’industria armentizia si esercita in piccole proporzioni: quella vaccina è praticata da pochi proprietari.
L’allevamento equino accenna a sparire del tutto per le macchine agricole, che crescono annualmente di numero e di forza.
La pastorizia non versa in prospere condizioni per le crisi economiche commerciali.
I prodotti agricoli seguono la proporzione della coltura; il frumento si raccoglie in quantità molto superiore al consumo interno; il granturco esubera l’alimento ordinario dei contadini. In media, negli anni ubertosi, la produzione annuale delle granaglie può ascendere a quintali 1,5 per ogni ettare semenzato; meno fruttifera è quella delle fave, dell’orzo, dell’avena e delle altre civaie.
Il raccolto del vino non basta neppure per un quarto ai bisogni della popolazione, mentre prima del 1850 grandissima quantità si esportava nei vicini comuni di Candela ed Ascoli; i vini però sono poderosi e piacevoli, e si distinguono quelli dei vigneti al Dragone e Coste; il moscato e l’aleatico sono di squisito sapore, e molte specie di uve danno gusto assai gradito.
Il prodotto dell’olio è infimo per quantità, mentre si trova eccellente in qualità; si ha a deplorare che non si bada ad accrescere la piantagione degli ulivi, i più vantaggiosi fra gli alberi fruttiferi.
E’ un difetto caratteristico degli agricoltori di questo comune il volersi dedicare esclusivamente alla coltura dei cereali, senza attendere alla varietà delle produzioni.